“L’Eucaristia è celebrazione della vita che il Signore ci ha donato”
“L’Eucaristia che celebriamo è l’incontro con il Signore che dona la vita e porta gioia in tutta la nostra esistenza. In chiesa non hai il volto scuro, triste: non è questa la caratteristica dell’incontro con il Signore. Quando si incontra il Signore bisogna gioire per tutta la vita e la gioia traspare sempre. Il memoriale che celebriamo nell’Eucaristia non è memoria di qualcosa di antico e di statico, ma è celebrazione della vita: in ogni Eucaristia siamo invitati a celebrare la vita che il Signore ci ha donato”.
Così il vescovo di Lamezia Terme monsignor Serafino Parisi che ha presieduto in Cattedrale la messa in Coena Domini, che apre le celebrazioni del Triduo pasquale.
“L’Eucaristia istituita da Gesù – ha proseguito il presule – non è memoriale di qualcosa che è accaduto nel passato e che non ha nulla a che fare con noi oggi, ma propone attivamente, in modo presente e vivo, l’esperienza del passaggio dalla schiavitù alla schiavitù. liberazione, del rinnovamento della nostra vita e della nostra storia. L’Eucaristia è il dono d’amore di Gesù che consegna la sua vita all’umanità nel suo servizio. E il Signore questa sera ci dice: come ho fatto io, fatelo anche voi. Gesù ha voluto svolgere insieme ai suoi discepoli il servizio dell’amore per il mondo. Anche noi siamo chiamati a indossare il grembiule del servizio, a gettarci a terra, a lavare e baciare i piedi di questa umanità che ha bisogno di ritrovare le forze, di ritrovare la voglia di camminare con la forza che viene da Dio. Come il Signore ha donato la sua vita per noi per amore, anche noi mettiamo a disposizione la nostra vita per amore affinché il mondo possa essere lavato, rigenerato e possa riprendere il cammino della speranza”.
Soffermandosi sulle figure di Giuda e Pietro, Parisi ha sottolineato come «nella storia di Gesù, Giuda e Pietro rappresentano tutti noi, con le nostre fughe, i nostri abbandoni, i nostri piccoli e grandi tradimenti. Ci permettono di affermare che l’amore di Dio non si ferma di fronte al tradimento dell’uomo, né si arresta a causa delle nostre infedeltà. L’amore di Dio ci dà la certezza che, nonostante le infedeltà dell’umanità, restiamo per sempre amici di Dio in Gesù Cristo”.
Quello che era il lavoro degli schiavi, “l’atteggiamento servile di chi non aveva altra prospettiva di vita se non quella di lavare i piedi del padrone”, con Gesù si trasforma – ha proseguito mons. Parisi – “in una dinamica di aiuto all’umanità. Il gesto di lavarti i piedi mira a consegnare a ogni uomo questo messaggio: ti rimetto nella condizione di rialzarti, di riprendere il tuo viaggio nella storia. Un gesto che ci appare ancora più incomprensibile oggi, in un tempo in cui tutti ci sentiamo come superuomini, onnipotenti, onniscienti. Se nel calcolo umano il più grande è colui che siede a tavola e viene servito, Gesù ci dice che il primo deve farsi ultimo e servitore di tutti.”
“Solo se serviamo con gioia – ha concluso il vescovo – gli altri capiranno che il senso profondo della vita sta nell’incontro con il Signore e nella capacità di donare Cristo al mondo. Siamo capaci di donare Cristo al mondo mettendoci concretamente a disposizione degli altri, facendo sì che il desiderio del bene degli altri diventi il senso del mio servizio nella storia”.
Al termine della celebrazione, il vescovo ha portato in processione il Santissimo Sacramento fino all’altare della Reposizione. Le celebrazioni del Triduo Pasquale proseguiranno oggi, Venerdì Santo, con l’azione liturgica della Passione del Signore in Cattedrale alle ore 18 e, a seguire, la partecipazione alla processione della Beata Vergine Maria Addolorata.