Studio legale Lcacon Gianluca De Cristofaro e Matteo Di Lernia (nella foto), ha assistito con successo il marchio Furla in un procedimento di riassegnazione dinanzi all’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (Wipo), ottenendo – con un’unica procedura – il trasferimento all’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (Wipo), ottenendo maison di oltre 30 nomi a dominio contenenti il marchio “Furla” registrati da 9 diversi titolari.
Wipo, accogliendo la tesi di Furla, riconosceva che nonostante i nomi a dominio fossero stati registrati da soggetti diversi, i cancelliere (ovvero fornitori di servizi internet che gestiscono nomi di dominio per conto dei proprietari/registrante) non erano corrispondenti e le strutture dei siti Internet ai quali i nomi a dominio “puntavano” erano solo parzialmente coincidenti, e i nomi a dominio erano soggetti ad un “controllo comune”, prevedendo il cosiddetto consolidamento.
Una volta che consolidamento dei nomi a dominio, Wipo ha ritenuto che quelli contenenti il marchio Furla fossero stati registrati e utilizzati in malafede, riconducendo l’attività dei titolari dei nomi a dominio contestati al fenomeno della cybersquatting (consistente nella registrazione di domini corrispondenti a marchi altrui con l’intento di trarre profitto dal successivo trasferimento).
Il supporto tecnico nella raccolta e nell’individuazione delle prove di “controllo comune” dei nomi a dominio contestati è stato fornito dalla società Digital Content Protection (Dcp) con il team content & brand Protection di Marco Signorelli.
Per Furla, l’IP interno e il consulente legale hanno seguito la questione Lisa Crociani.